venerdì 25 gennaio 2013

L'offerta

Non so cosa sia accaduto, ma finalmente la presenza di Dio nella mia vita, forte, coinvolgente. Durante la santa Messa ho avuto un'illuminazione. Era da un po' di tempo che riflettevo sul momento dell'offertorio. E' il momento per eccellenza in cui tutti i fedeli cominciano la caccia al tesoro per trovare una monetina da apporre nel cestino. Ed ecco allora il rumore di cerniere che si aprono, "frugamenti" nella borsa... panico se non si trova la preziosa monetina. Non è di certo questo il punto e l'anima dell'offertorio. Sappiamo che pure ai momenti di Gesù si usava offrire delle monete al Tempio, anzi, al momento dell'entrata, era opportuno darne una come se fosse una tassa. Gesù stesso commentò l'offerta di una povera vedova che diede proprio ciò che le serviva per vivere. E' questo il punto dell'offertorio. E' un atto simbolico quello di mettere la monetina nel cestino apposito, ciò che dobbiamo mettere nel cestino è qualcosa che ci costa veramente, un fioretto... Questo è l'importante. Così ho deciso nella mia vita di mettere quella monetina necessaria, quella che mi costa, che mi serve per vivere.

domenica 20 gennaio 2013

Una bella giornata

Che bella giornata! Il Signore ha parlato al mio cuore con un canto bellissimo trasmesso da Radio Maria. Senza farlo apposta ricordava il pezzo del vangelo che aveva segnato la mia conversione, ma si adattava pure al momento presente. Trattava della provvidenza di Dio, ha toccato profondamente il mio cuore. Le parole non riescono a dire ciò che ho provato. Sono sentimenti che prendono corpo nel cuore e riempiono la vita, la cambiano. Non c'è bisogno di fare tante cose, quelle straordinarie per rompere la quotidianità: per gustare la dolcezza del Signore bisogna stare uniti a Lui, semplicemente, anche quando le cose non vanno troppo bene o non si sente la sua presenza. Se si lascia il Signore, si perde tutto.

Stamattina non sono andata a messa a san Nicola ma ho preferito andare alla chiesa del Gesù in centro ed è stata una messa veramente sentita, bella seppur semplice. A volte non è nemmeno il coro a ravvivare la liturgia come spesso si pensa, ma sono i gesti significativi di cui si riempie la santa Messa. Il vangelo oggi raccontava del miracolo di Gesù alle nozze di Cana in Galilea. E' un po' come la terza epifania del Signore, l'inizio dei miracoli e durante la Messa una coppia ha rinnovato la sua fedeltà reciproca davanti all'altare. E' stata semplice, eppur la loro emozione ha dato significato al loro gesto. Nell'omelia il prete ha detto delle cose molto belle, ha trasmesso un messaggio di speranza alle coppie di sposi, ma questo valeva pure per il personale rapporto con il Signore. Ha detto che inizialmente, quando la coppia si forma, può esserci dell'entusiasmo che con il passare del tempo scema senza che gli sposi stessi se ne accorgano. E' la Madonna che interviene e si rivolge a Gesù chiedendogli di compiere il miracolo: mutare l'acqua in vino. Pure nel rapporto con il Signore, senza che ci si accorga, il vino viene a mancare. E' la Madonna stessa che interviene a nostro favore, questa è una grande speranza per noi: avere una Madre che ci protegge.

Che speranza grande!
Di pomeriggio, nonostante il tempo brutto, avevo voglia di uscire. Ogni tanto scendeva un po' di pioggia e la temperatura era sui 6 gradi. Ho comprato quella bella lampada che vedete nella foto... L'idea è di metterci una lampadina che cambia colore: azzurro, verde, rosso e così via. Nell'altro blog avevo riflettuto sul valore delle parole... Ma com'è vero che se si riempiono di significato, una parola può cambiare la vita!

sabato 19 gennaio 2013

Pioggia

Oggi era prevista la neve per Genova, ma la temperatura si è leggermente alzata e, a dispetto delle condizioni meteorologiche segnalate da "yahoo" che avvertiva leggere precipitazioni, pioveva a dirotto. Ho aperto l'ombrello  per la seconda volta in questo inverno, ma, neanche a dirlo, non so come, mi sono inzuppata ancor più di quando non lo portavo. Non sentivo tanto freddo ma le mani, a contatto con la pioggia si sono raggelate. Decisione fulminea: prendiamo i guanti dentro la borsa. Detto fatto, sono pronta ad ogni evenienza. Armeggio un po'. Stavo sotto la galleria, perciò non pioveva e l'ombrello era chiuso. Faccio tanto che mi ritrovo a fine galleria in mezzo alla pioggia senza ancora aver indossato i guanti... E cosa mi capita? Cade, ovviamente nell'unica pozzanghera esistente. Già, perché non essendo ancora del tutto uscita dalla galleria, l'acqua non aveva bagnato totalmente l'asfalto. L'ho raccattato e non vi dico quello che ho pensato... Ma stranamente il mio povero guanto è quasi asciutto e posso indossarlo! Pioggia e ancora pioggia. Non si vede più il mare ma il termometro segna baldanzoso già i suoi otto gradi che in questi giorni aveva raggiunto solamente e a stento nel pomeriggio. Buono a sapersi. Arrivo in chiesa come se non avessi aperto mai l'ombrello e non so nemmeno come. Il momento più tragico è stato quello della predica. Oh Dio! Mi sembrava di cascare da un momento all'altro dal sonno! Non mi era mai capitato! Mah, pazienza, non si può avere tutto. Dopo la Santa Messa ho gustato la delizia del silenzio più profondo. Pure quando sono uscita, forse perché il traffico era più rado, tutto sembrava tacere. Sublime. Cammino abbastanza lentamente fissando l'asfalto lucido per la pioggia. Piove un po' meno. Le gocce picchiettano sulle pozzanghere tracciando piccoli cerchi concentrici. Curioso. Quest'estate il terreno era asciutto, secco, oserei dire e anelavamo alla pioggia, se non altro perché pulisse un po' le strade e adesso che finalmente piove, tutti brontolano. Cammino lentamente immersa nei miei pensieri. Ci penso? Un giorno in meno all'incontro con l'eternità....

mercoledì 16 gennaio 2013

Brrrr


Giorno molto freddo: un vento terribile scuote le fronde degli alberi come fossero fuscelli. Sono andata alla Santa Messa un po' lontano da casa. Talvolta il vento mi impediva di camminare.... Ma com'è bella la natura! Da Circonvallazione a Monte si vedevano tutti i monti. Erano innevati, che meraviglia! La cosa più fastidiosa non erano i miseri 5 gradi, ma il vento che sferzava violentemente il volto. Un tempo la natura mi avrebbe aiutato ad immergermi nell'unione con Dio e nella sua serenità, ma tutto è stato spazzato da un certo vento. Il vento ha varie funzioni. Ho riflettuto che Gesù aveva paragonato chi viene da Dio al vento perché non sai né dove nasce, né dove va. E' vero... E mi è anche venuto in mente il profeta Elia quando aspettava che Dio passasse. Venne un terremoto, un vento violento, ma Dio non era lì. Certo, il vento ha varie funzioni. La prima di spazzare le nubi e di conseguenza vedere oltre. Pensiamo ad esempio alla giornata che c'era ieri! Il cielo era coperto di fitte nuvole che di tanto in tanto si tramutavano in grandine o pioggia violenta. Non si vedeva più niente! Alle 17 era già tutto avvolto da un buio fitto fitto. Il vento rasserena. Porta via quelle nuvole che ci impediscono di scorgere l'azzurro del cielo. Bene, un po' come se soffiasse lo Spirito Santo nel nostro spirito! Toglierebbe quelle nubi che ci offuscano la visuale e c'impediscono di vedere la luce del sole. Il vento di tempesta, quello delle famigerate trombe d'aria, spazza tutto via, non solo le nubi e può spazzare anche la nostra stessa vita. Non è buono questo di certo. Poi c'è la brezza che d'estate dona sollievo. Mamma mia, nonostante il freddo di questi giorni, non fatico a riportare alla mente quei giorni estivi roventi...

Il canto del vento è meraviglioso! L'orchestra sinfonica della Natura ci deve incantare! Ci sono suoni stupendi, melodie che scavano nel profondo del nostro spirito alla ricerca della nostra essenza di creature, tratte dalla terra dalle mani del Creatore...

domenica 13 gennaio 2013

Uno spiraglio di luce

Oggi è la ricorrenza del Battesimo del Signore, una seconda epifania, quella che lo ha iniziato alla vita pubblica, alla predicazione del Vangelo. E finalmente uno spiraglio.
Dopo la Santa Messa, ho riflettuto sul concetto del deserto. Come in un film, mi sono passate le scene più importanti raccontate nella Bibbia che hanno come sfondo il deserto. Il deserto è stato per molti il luogo dell'incontro con Dio, il luogo della tentazione, dei miracoli stupefacenti che hanno portato un intero popolo alla liberazione dalla schiavitù. Appunto gli Ebrei mi sono venuti in mente. Nell'Antico Testamento emerge chiaramente quanto il Popolo vivesse proprio la sua dipendenza da Dio, in ogni sua azione. Possiamo rimproverargli tante cose, ma il suo insegnamento in fatto di fede, deve appartenere al nostro patrimonio spirituale. Giovanni Battista predicava nel deserto, battezzava con acqua nel deserto e questo deve simboleggiare molto per noi. Mi sono convinta che dovevo rimanere nel deserto. Il silenzio nel deserto è opprimente, questo è vero, però è il luogo dell'incontro con Dio. In ogni deserto c'è un po' di acqua da usare per essere battezzati e per avere il personale incontro con Gesù stesso che si sottopone umilmente a questo atto liturgico. Se io fossi rimasta nel deserto, Gesù si sarebbe avvicinato, silenziosamente. Finalmente ho sentito la sua presenza, gli ho domandato di farmi sentire sete, di aumentare la mia fede, perché forse la responsabilità di questo deserto è un po' mia. E l'ho sentito avvicinarsi, silenziosamente, in quel silenzio  che ti fa udire ogni più piccolo movimento, ti rende attento ad ogni più inavvertito avvenimento. Quindi ho compreso che bisognava immergersi ancor di più nel silenzio del deserto per poter essere più vigili nello scrutare i segni di Dio nella propria vita dello spirito. 

venerdì 11 gennaio 2013

Croce


Talvolta penso che Dio chieda davvero tutto: la salute, il “nostro progetto di vita”, la vita stessa dello spirito. Mi chiedo come possa far brancolare nel buio una sua creatura. Sembra quasi di cadere in quel baratro del dubbio che insinua domande pericolose: ma perché quelli che non conducono una vita non conforme ai dettami cristiani, oppure si professano tali nascondendo i loro sentimenti negativi e ottengono tutto ciò che vogliono raggiungendo i loro scopi, come se Dio avesse chiuso totalmente gli occhi e avesse scelto chi inganna in continuazione? Sono dubbi drammatici, terribili. Eppure, nei momenti in cui non si sente la presenza di Dio e anche il contorno, la vita concreta, va malissimo, questi si affacciano nel cielo della propria anima, insinuandosi pericolosamente. Anche nella religione vincono sempre i prepotenti, si può pensare....
Può darsi. Mi aggrappo ugualmente alla preghiera, cercando di vincere quella tenaglia di dubbio che stringe il cuore fino a farlo sanguinare. D'altronde la prima lettura lo diceva chiaramente stamattina: Gesù non ci ha salvato solamente con acqua, ma anche con sangue. Con sangue, viene sottolineato più volte. 

martedì 8 gennaio 2013

Ecco gennaio!


Il tempo cambia in continuazione, comprese le temperature. È ritornato ad essere un gennaio tiepido e soleggiato dalle parvenze addirittura primaverili. Sono finite le feste con un po' di nostalgia. Le strade sono ancora illuminate anche se stanno già disfando l'albero di Natale allestito in piazza De Ferrari. Sono finite le feste, con un po' di nostalgia, ma pure con un po' di freddezza. Una volta sentivo maggiormente le feste natalizie. Non si faceva nulla di particolare ma il contorno della festa, semplice, le riempiva di significato. Prima della festa del Natale allestivamo il presepe in corridoio. Era semplice, di solito lo faceva mio papà, eppur così bello, illuminato con gusto. Là davanti m'immergevo nelle riflessioni più profonde. L'albero veniva posto in cucina. Il gatto aveva preso l'abitudine per lui assai gradevole, di masticare i fili dei capelli d'angelo. La sera della vigilia, consumavamo una cena a base di crostacei. Guardavamo i cartoni animati che trasmettevano in televisione. Sarà perché sono “cresciuta”... ma questa volta non ho sentito come un tempo la festa del Natale. Così, mi sono incamminata in questo deserto spirituale e dei sensi in cui non si sente neppure né la sete né la fame di Dio. Sembra un corpo destinato alla morte. Si cerca di stimolarlo ma pare affondare sempre di più nel buio di una notte sempre più fonda. Non sentire più sete non vuol significare logicamente che il corpo non ha più bisogno di acqua. L'acqua rimane un elemento fondamentale per la vita del corpo umano. Qualcosa si è guastato nei sensi: la connessione tra il reale bisogno del corpo e lo stimolo di soddisfare tale bisogno sembra essersi guastata. Come bisogna reagire davanti a questo torpore? Si deve prendere coscienza del fatto che il corpo ha bisogno di acqua ugualmente e quindi superare l'assenza di sensibilità, soddisfacendo tale esigenza. È difficile, perché il soddisfare una sete che non c'è potrebbe pure nauseare il corpo, ma il soddisfare il non sentire sete potrebbe portare alla morte.
Fra le due situazioni, il male minore è senz'altro il primo che non porta alla morte ma, altresì, conduce al vivificare il corpo. È chiaro che in queste condizioni non si riesce nemmeno a pregare con il cuore. Si cerca di dire quelle preghiere per dovere perché altrimenti la coscienza rimorde, ma sono senza vita...
Quand'è così, la vita dello spirito si complica maggiormente. Consiglio? Poche preghiere ma buone, facendo tacere quella parte che ci sprona a compiere un dovere che assomiglia a un parlare velocemente rischiando di non far capire nulla al nostro interlocutore...
Deve esistere una mezza misura, anche nelle cose dello spirito. Infatti se riprendiamo il suddetto esempio, potremmo benissimo ribattere che uno dei “passatempi preferiti”, ovvero torture che alcuni regimi sottoponevano i “ribelli”, consisteva proprio nel riempire lo stomaco dei poveri malcapitati di acqua fino a farli scoppiare. Si deve stare attenti a non morire di sete, a ravvivare quello stimolo che ci ha abbandonato, ma pure a non esagerare con i rimedi nel timore che Dio, vedendoci così aridi, si sia dimenticato di noi!

mercoledì 2 gennaio 2013

Una giornata un po' fredda

Oggi è una giornata un po' fredda. Sono andata a messa a san Nicola con l'ombrello aperto, visto che pioveva, ma tenerlo aperto, è stata pressoché un'impresa impossibile. Mi si è ghiacciata letteralmente una mano e facevo fatica a fare le scale, mi mozzavano il fiato. Alla fine sono riuscita ad arrivare in chiesa. Lì sì che c'era caldo! Mentre stavo aspettando che iniziasse la Messa, mi è saltato in mente di confessarmi. Ieri mi sentivo un po' nervosa, veramente e questo mi tocca la coscienza. È difficile combattere con se stessi. Sì, avrei voluto confessarmi, anche se non erano passati nemmeno sette giorni. Poi ho riflettuto: forse il mio volermi confessare nascondeva una certa mancanza di fede nell'amore di Dio. Chissà, non riesco più di tanto a riflettere, sono un deserto totale anche nel discernere ciò che bisogna confessare e quello che non bisogna. Vado a messa ma dentro il mio cuore ha preso campo totalmente il deserto. E fa soffrire. Il sacerdote accenna, e non mi ricordo nemmeno a che proposito, al mettersi alla ricerca di Dio. Lo sto cercando, credo che la Madonna sia potentissima presso il suo Cuore, ma quando si tratta di fermarsi a riflettere, non c'è santo che tenga. Mi sento un deserto, un deserto di ghiaccio, nemmeno di sabbia, quello di sabbia almeno, muta spesso paesaggio grazie allo spirare del vento, invece, nel pieno inverno, il cuore di ghiaccio, rimane di ghiaccio. È difficile mantenere la fede in questo deserto di ghiaccio, essere fedeli alla preghiera....

martedì 1 gennaio 2013

Buon anno!


Eccomi finalmente! Finito un altro anno e non si può dire che per me non abbia segnato una tappa fondamentale. Natale passato con quelle persone che non vogliono sentir parlare di Dio, bello, interessante. Per me Natale non è mai stata un'occasione per mangiare insieme, è qualcosa di più, direi. Che lotta! Non avrei voluto passare il Natale con queste persone. Mi pare sia una completa ipocrisia: l'importante è viverlo in profondità e non essere buoni solo per quel giorno... Sì, perché queste persone, affrontando un tema che scottava loro molto, hanno cercato di sgattaiolare alla discussione che avrebbe evidenziato alcuni loro difetti, con la scusa: “Dai su, è Natale!” 
Ma che senso ha questa frase se non credi in Dio? Per il figlio chi porta i doni è Babbo Natale... e, scusatemi, se dico queste cose, voglio solo un po' ironizzare e non deludere le fantasie dei bambini... il nome stesso di Babbo Natale non ha senso. Natale significa la nascita di qualcuno: ognuno ha il suo natale! Ok, ok... lo spirito del Natale... ma a voi atei chiedo: natale di chi????
E poi le comiche in chiesa durante la messa del 31 dicembre. Il prete, entusiasta, esorta a ringraziare Dio per i benefici ricevuti da Dio durante l'anno e, dietro a me sento un lamento di smentita: “Ohhh”... Il prete, imperterrito, continua a predicare di cominciare l'anno nuovo nel segno della speranza. Secondo mugolio di smentita. Mi scappa da ridere... 
Va bene... Finisco qui, auguro a tutti coloro che verranno in questo blog un anno veramente felice.